Omelia festa di San Francesco
Pubblicato da Don Natale Ioculano in Pubblicazioni Parroco · Giovedì 02 Mag 2024 · 3:30
Tags: Don, Natale, Ioculano, Parrocchia, San, Francesco, GioiaTauro
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Anche quest’anno è bello
ritrovarsi insieme in occasione della Festa di San Francesco da Paola, patrono
della Calabria, della gente di mare e patrono di questa Parrocchia.
Prima di condividere un
pensiero è doveroso ringraziare i miei confratelli, il nostro ritrovarci
insieme testimonia il desiderio di costruire unità ecclesiale e di riflesso
unità sociale nella nostra città. Ringrazio il Sindaco per la sua presenza e
per la reale attenzione prestataci. Ringrazio il comandante Vincenzo Zagarola
con il quale, tre anni fa, abbiamo iniziato a sviluppare il legame tra San
Francesco e la gente di mare del nostro territorio. Ringrazio il comandante Martino
Rendina il quale non solo ha voluto continuare quanto precedentemente iniziato
ma da un dialogo fecondo è scaturito un altro tassello che avvicina ancora di
più San Francesco alla Città di Gioia Tauro. Si tratta della tavola rotonda dal
tema “Un Mare di opportunità” di lunedì 29 aprile. Ringrazio il professore
Fortunato Praticò, dirigente dell’Istituto d'Istruzione Superiore Severi, che
ha accolto e concesso che questo dialogo con la Città iniziasse proprio nel
contesto del Severi.
Ringrazio le autorità civili
e militari, le associazioni, e tutti i presenti a questo momento importante per
questa Comunità e non solo.
San Francesco da Paola è
stato eremita, ha curato personalmente l’espandersi dell’opera che Dio aveva
iniziato attraverso di lui. È stato ambasciatore di pace. È stato un
taumaturgo, cioè una figura poliedrica che lo porta a essere un Santo ancora
attuale. Cosa direbbe e farebbe San Francesco se fosse qui oggi? Nel nostro tempo,
non meno problematico del suo, ci riporterebbe alla essenzialità della fede frutto
dell’esperienza di Cristo Risorto. Sicuramente richiamerebbe il fatto che dopo duemila
anni di cristianesimo non siamo per nulla più vicini Dio. Siamo passati da un
tempo in cui quasi tutto era peccato a oggi in cui il peccato sono al massimo
le parolacce e le bugie a fin di bene. Del tutto dimentichi di onorare Dio
sopra ogni cosa e di amare il prossimo come noi stessi. Filtrando il moscerino
e ingoiando il cammello noi in un certo senso stiamo ridicolizzando Dio e
svilendo il suo sacrificio per la nostra salvezza.
Una dimenticanza la nostra che permette al male
di albergare nel nostro cuore e attraverso di noi di estendersi nel tessuto
sociale in cui viviamo. Siamo talmente assuefatti che non ci accorgiamo di
questo e quello che è peggio lo giustifichiamo in nome di una misericordia
annacquata la quale priva della giustizia e della verità ci fa sentire con la
coscienza tranquilla, al punto che ci accostiamo all’eucarestia con naturalezza
anche quando non potremmo riceverla. Cristo non può convivere col male. Egli
non è morto per le parolacce e le bugie a fin di bene. Egli è morto per
sradicare il male dal cuore dell’uomo ed è risorto per liberare l’uomo dalla
morsa del peccato.
Giusto un esempio l’atto
vandalico perpetrato all’associazione Aurora è un segno molto eloquente di
quanto il male acceca la ragione e il cuore. Colpire una associazione no profit
che si occupa di assistenza è colpire i tanti che da quei beni avrebbero avuto
beneficio. Una Città come la nostra non può girarsi sempre dall’altra parte e
fare finta che tutto va bene, no, se ci diciamo cristiani, non lo possiamo fare
ma come San Francesco dobbiamo essere il segno dell’amore che ci trasforma e ci
rende più veri.
La speranza non trova
fondamento nel sonno difronte all’ingiustizia quanto piuttosto nella verità
della vita che in Cristo trova la forza e la certezza che si può vincere il
male e costruire un mondo più umano con quella fede che faceva dire a San
Francesco tenendo il fuoco acceso sulla mano: a chi ama Dio tutto è possibile.
Don Natale Ioculano