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Parrocchia San Francesco

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Gioia Tauro
Parrocchia
Francesco di Paola
Accogliere il Divino - 3
«Dio è luce, e in lui non ci sono tenebre. Se diciamo che abbiamo comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità» (1Gv 1,5-8).
 
Una comunità che non cammina nella Luce è una comunità apparente.
Non è sufficiente frequentare la stessa chiesa e la stessa messa per essere comunità. Nella chiesa e a messa si può entrare e poi uscire come si è entrati senza che nulla sia accaduto nella vita. Isole fuori e isole dentro. Manca il termine di paragone oltre se stessi. Se il riferimento primo e ultimo di ogni cosa sono io non esiste altro al di fuori di me. Nei confronti degli altri ci può essere gentilezza, certo, al saluto si risponde col saluto, al sorriso si accenna un altro sorriso e fine della storia.
 
Il vangelo di domani, domenica 26 ottobre, è abbastanza chiaro nel definire il giusto atteggiamento del credente. Non è importante rispettare, quasi ossessivamente, le regole se questo, poi comporta un giudizio escludente verso gli altri. La vera preghiera, ci dice il Vangelo è apertura a Dio e anche ai fratelli. Essa non nasce tanto dalla conoscenza e dal rispetto dei comandamenti ma dal riconoscimento di Cristo presente in me e negli altri solo così si può superare l’autocompiacimento di sentirsi a posto con la coscienza e vivere un amore più grande che inquieta e porta a crescere nella relazione con Dio e nella relazione con coloro che in Dio trovano le ragioni della propria vita.
 
 La Comunità si costruisce proprio da quest’ultima considerazione e chi guida non deve solo ricordare le norme che la regolano quanto piuttosto favorire l’accadere della grazia nella vita. La grazia è la luce che mette in evidenza il percorso per continuare a crescere e per questo fa tendere verso Dio che solo può aiutare nella vita.
 
 Concludo questa parte con un esempio concreto che mi permette di spiegarmi meglio. Parto da una domanda: La famiglia è unita per la legge o per l’amore circolare tra i membri che la compongono?
Credo fermamente che ciò che crea comunione nella famiglia sia innanzitutto l’amore tra marito e moglie è il riflesso di questo amore che fa crescere nell’affezione i figli. Quando c’è amore tra i coniugi la famiglia è unita, quando manca la famiglia è disgregata. I coniugi amano i figli non perché sono perfetti osservanti ma perché sono figli spesso bisognosi di essere accompagnati nella crescita. Accompagnare è avere misericordia e guardare avanti. Così è nella comunità se manca l’amore autentico al Signore manca anche la misericordia verso gli altri.
Alla prossima.
Don Natale Ioculano
"L'educazione è cosa di cuore"
(don Bosco)
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